Da Ribolla al boom : vita agra di un anarchico

Letto in tre giorni, se questa sensazione  non richiamasse troppo da vicino slogan commerciali da boom economico del “leggi due e immagina trenta”, direi che questo libro di 230 pagine circa ha fatto il vero miracolo italiano  della moltiplicazione delle pagine e delle suggestioni . Quello che fanno i libri e non quello delle economie: appena chiuso mi è  sembrato di aver riletto per intero non solo la vita agra , ma di avere respirato le suggestioni, le illusioni del miracolo, appunto, e la malinconia di fondo della milano degli anni 50 e 60 , quella delusione che sarebbe emersa tanti anni dopo, perché nei “boom”, anche dell’umore, c’è sempre un inizio di malinconia. Quell’aria di straniamento e di curiosità, di attesa e di sconfitta che si vena di rabbia. Mi è sembrato di  entrare negli uffici di una casa editrice in fermento, con tutti quei “preti di sinistra” che si affannano chi più e chi meno, nei night, nei cabaret e nei bar della milano dei pittori che beveva tanto ma non ancora da bere. Negli anni in cui la cultura si faceva da “alta” a pop, ma un po all’italiana, Bianciardi passa dagli studi alla Normale e dall’impiego nella biblioteca di Grosseto a tradurre Miller e Brautigan in una stanza con un letto, una scrivania e una bottiglia, dal Risorgimento al Guerin Sportivo e poi alle riviste pornografiche. Dalla Maremma a Milano, sempre un po’ straniero e ai margini. Ci sono i libri e i minatori, la mamma maestra, le “due famiglie”, la solitudine, la nostalgia, le fratture che non si rimargineranno mai, Iannacci (la musica), Fusco (il raccontarsela), Dossena (il gioco),  c’è il “rapallizzarsi” e gli ultimi giorni di depressione cupa e di schiavitù dall’alcol. E c’è anche Ribolla.

La vedova incinta- Martin Amis

Un libro che comunque mi ha preso ed ho letto in poco tempo. E la cosa, di questi tempi, e in questo mio tempo, è gia tanto. Il culo e le tette. Ma rimane un sottofondo dolciastro di un sapore di mare di loro altri, belli, ricchi e stranieri, in quella fantomatica italica Montale dove i ragazzi italici fanno il codazzo urlante dietro ai culi e alle tette delle ragazze inglesi. Dimenticavo, belli, ricchi, stranieri, colti, ma sopratutto molto intelligenti.